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A Piazza del Popolo, il WelfareLAB delle ACLI

Si è svolta sabato 18 gennaio, in piazza del Popolo, a Roma, dalle ore 10 alle ore 13, una giornata dedicata al progetto WelfareLAB, cofinanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e promosso da ACLI, CTA Nazionale, Next Nuova Economia per Tutti e US Acli Italia, di cui le ACLI romane hanno curato la realizzazione locale.

Tutte le associazioni promotrici hanno animato la mattinata con alcune iniziative che hanno dato conto di un progetto che mira a contrastare le tante sfaccettature della povertà facendosi carico a tutto tondo di persone in difficoltà economica relativa e multidimensionale, anche temporanea. L’iniziativa prevede un piano di intervento volto a far valere i diritti, ricevere un aiuto materiale, attraverso progetti di riuso, recupero e distribuzione delle eccedenze e dei beni di prima necessità, ma anche accedere gratuitamente a servizi e iniziative in ambito educativo, formativo, sportivo e turistico attivando forme innovative di welfare che integra Enti pubblici, Terzo Settore e aziende.

Alla mattinata hanno partecipato tra gli altri il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Nunzia Catalfo, il consigliere della Regione Lazio, Rodolfo Lena, il presidente del Consiglio Comunale di Roma, Marcello De Vito , la presidente del Municipio Roma I Centro Sabrina Alfonsi, il Presidente Nazionale delle Acli, Roberto Rossini, la Presidente delle Acli di Roma, Lidia Borzì, il Presidente nazionale del Patronato Acli, Emiliano Manfredonia, e il vicepresidente nazionale US ACLI, Luca Serangeli.

Tra le attività proposte in piazza del Popolo c’è stata l’animazione per i bambini, organizzata dalle UsACLI di Roma, la visita gratuita alle opere del Caravaggio nelle chiese limitrofe, organizzata dal CTA di Roma e il Labirinto WelfareLAB, che ha ripercorso l’esperienza del progetto, consentendo ai partecipanti alla kermesse di sperimentare come, da un iniziale senso di smarrimento, si possa trovare una via di uscita concreta ai problemi.

“Per aiutare – ha commentato Nunzia Catalfo, ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali – le famiglie che si trovano in difficoltà, che in Italia erano 5 milioni nel 2018, è necessario dare loro un sostegno economico, ma allo stesso tempo andare oltre e dare loro anche un progetto di vita, un percorso che li aiuti ad avere un’indipendenza futura. Questo aiuto si può dare attraverso i servizi sociali, prendendo in carico i nuclei familiari e capendo come e su quali problematiche intervenire, ma anche con l’importantissimo aiuto delle associazioni del terzo settore come le Acli, che attraverso progetti come questo intercettano e aiutano le persone che hanno bisogno. È fondamentale quindi il lavoro di rete, perché il disagio raggruppa più problematiche (ad esempio la dispersione scolastica, la mancanza di lavoro o la bassa scolarizzazione) e la rete aiuta a intervenire sui particolari bisogni del Paese”.

“WelfareLAB è un’iniziativa unica nel panorama nazionale – ha spiegato il Presidente nazionale delle Acli, Roberto Rossini – perché ha permesso un approccio nuovo alla povertà che supera quello tradizionale, molto spesso ridotto a un singolo gesto di carità, e coinvolge le persone in difficoltà a 360° puntando anche sul raggiungimento del loro benessere. Crediamo e speriamo che questo progetto possa essere replicato perché è un esempio di come, coinvolgendo diversi attori sociali, tra cui istituzioni nazionali e territoriali e mondo del Terzo Settore, si persegue insieme il bene di una comunità”.

“La sperimentazione romana di welfareLAB – ha dichiarato Lidia Borzì, presidente delle Acli di Roma aps – ci ha consentito di valorizzare e consolidare un modello di intervento sociale integrato e innovativo di contrasto alle povertà che mira a prendere in carico la persona e la famiglia a tutto tondo attraverso la peculiarità delle porte sociali incentrate sul lavoro di rete per rispondere ai bisogni primari, garantire l’esigibilità dei diritti, promuovere politiche attive e occasioni di aggregazione. Un’importante opportunità anche per accendere i riflettori sulle politiche sociali, che non possono essere più considerate marginali, ma poste in cima alle priorità in quanto cifra di sviluppo della Capitale e del Paese. Da questa esperienza è emersa la necessità non più rinviabile di un nuovo modello di welfare sartoriale e promozionale fondato sull’ascolto dei bisogni, capace di offrire risposte integrate e coerenti, valutare l’impatto attraverso la misurazione della soddisfazione e dell’efficacia delle risposte date, valorizzare e mettere a sistema le buone pratiche sperimentate dalle tante realtà sociali della città al fine di trasformarle in Buone Politiche. Proprio con questo scopo, a Roma, da tempo, chiediamo un albo delle buone pratiche sociali più che mai necessario”.

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