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Il nostro XXVI Congresso. Un appuntamento ri-generativo

Le ACLI di Roma si preparano al XXVI Congresso con entusiasmo e fiducia. Il titolo stesso scelto – “Tra visione e concretezza, viviamo il presente, costruiamo il domani. Le ACLI di Roma per una comunità inclusiva, equa e generativa”- esprime e interpreta lo spirito con cui ci accingiamo a vivere l’appuntamento congressuale. Apertura al futuro, attenzione all’oggi, consapevolezza delle criticità e insieme delle potenzialità del nostro territorio.

La coincidenza di questo appuntamento con il 75° anniversario della fondazione delle ACLI ci dà un supplemento di responsabilità nel consegnare il prezioso testimone della memoria alle nuove generazioni, perché se ne facciano eredi fedeli e creativi. Nella continuità delle nostre fedeltà – alla Chiesa, al Lavoro, alla Democrazia– che ancora oggi sono fonti di riferimento, valoriali e concrete, vogliamo proiettarci nel rinnovamento a cui ci chiamano le sfide attuali.

La fedeltà ai poveri che ci ha donato Papa Francesco è declinata come categoria guida che attraversa il nostro impegno conferendogli un rinnovato significato.

In questo territorio unico e speciale, carico di storia e incrocio di istituzioni ecclesiali e  politiche, crocevia di valori e cultura, le ACLI di Roma hanno l’ambizione di tenere insieme la concretezza delle opere e la lungimiranza della visione.

L’impegno a fianco dei più deboli, il contrasto alle molte forme di povertà –materiale, relazionale, valoriale- che incontriamo nella nostra azione quotidiana, non hanno per noi la cornice dei numeri e delle statistiche, ma il profilo dei volti e delle storie che ci interpellano, come laici credenti impegnati nel sociale.

L’appuntamento congressuale vede le ACLI romane e il loro intero Sistema coinvolti nella rideclinazione della mission, da rivisitare, reinterpretare fedelmente e creativamente. Si tratta di un passaggio cruciale per la democrazia associativa, che tuttavia non riguarda soltanto il versante interno. Lo vogliamo condividere  anche con i compagni di viaggio che sul territorio  sono impegnati, in quanto soggetti di solidarietà, nelle esperienze e nelle attività di accompagnamento e promozione sociale.  Il metodo della Rete è per noi anche sostanza: di legami, alleanze, sinergie.

Quello a cui ci apprestiamo non è dunque un mero adempimento dunque,  ma un momento forte di riflessione, rilancio di progettualità e messa a punto di strategie,  rivolto a tutte e a tutti –dirigenti, iscritti, operatori dei servizi, tecnici,volontari- per  rigenerare le nostre energie, al servizio della città metropolitana e dei suoi abitanti.

Una passione competente che parta dall’ascolto dei bisogni  deve da qui ripartire per animare ogni nostra attività, ogni nostro ambito di intervento, ogni nostro progetto.

Le fratture che attraversano la nostra società urbana e metropolitana – nell’economia, nel lavoro, nelle relazioni, nella vita personale e comunitaria-  chiedono di essere ricomposte, ricucite, sanate in una logica che superi la dimensione emergenziale.

In questo approccio che nasce e si alimenta da una “cultura dell’incontro”, un ruolo fondamentale lo svolgono le strutture di base. I Circoli, i Nuclei aziendali sono il luogo in cui le persone e il territorio entrano nella realtà aclista romana con il peso e la ricchezza della vita reale. Le strutture di Base sono i sensori nel territorio capaci di intercettare i bisogni e di amplificare la voce dei cittadini.

E’ nei Circoli tematici che il contatto con i bisogni e le possibili risposte fa maturare l’azione sociale “sartoriale” del nostro Sistema. E’ nei Nuclei aziendali che le ACLI partecipano alla rappresentazione di un modello Welfare Aziendale messo a punto anche grazie alla rete con i soggetti della rappresentanza dell’azienda.

In questa dimensione si collocano anche le Associazioni Specifiche e Professionali, dall’U.S. al CTA, dalla FAP ad ACLI Terra, dalle ACLI Colf alla Lega consumatori e ACLI Arte e Spettacolo. La loro molteplice azione declina la presenza delle ACLI Roma sul territorio aderendo capillarmente alla sue necessità ma non di meno alle sue risorse e potenzialità. Sono “i beni di Roma” che il nostro SISTEMA vuole conoscere e sviluppare. E’ l’ottica della fiducia che caratterizza la nostra azione, insieme al realismo delle analisi e degli interventi.

Questo è il modo specifico in cui il SISTEMA delle ACLI romane, nella sua interezza, sta nei problemi, nelle fragilità, nelle “fratture” del tessuto comunitario.

Per questo occorre una visione che traguardi il futuro, una lungimiranza che metta a dimora il seme della speranza anche dove si affaccia timidamente, in mezzo alle asperità del presente.

Siamo realisti per necessità e fiduciosi per vocazione. Papa Francesco ci ammonisce con il suo spirito evangelico schietto e radicale a contrastare la cultura dello scarto, che abbandona chi non tiene il passo ed esclude chi non ce la fa. Aggregare, animare, includere sono i verbi del nostro impegno, le parole con cui vogliamo stare dalla parte delle fragilità e promuovere le potenzialità.

Abbiamo sulla società complessa un punto di vista semplice: il primato della persona come valore assoluto, la dignità del lavoro come obiettivo costante, la buona politica come mezzo per perseguire il bene comune.

Vogliamo con gli altri soggetti solidali del territorio- ecclesiali, civili, istituzionali-  lavorare secondo la logica della Rete, che riconosce la specificità di ogni soggetto, moltiplica i punti di vista, costruisce alleanze e legtami. Senza sovrapposizioni e senza dispersione di competenze. E’ più di un metodo, è la tessitura ideale e concreta  di una città dove nessuno vada perduto.

Vogliamo stringere le maglie di una protezione che tuteli e insieme promuova i soggetti fragili, che li renda capaci di auto-promozione, consapevoli dei talenti che posseggono, spesso senza saperlo.

Il modello della nostra azione sociale è lo strumento a cui affidiamo la nostra umile efficacia di “artigiani del sociale” e la nostra credibilità di testimoni del Vangelo, parte attiva della Chiesain uscita”  di cui parla il vescovo di Roma e Papa della Chiesa universale, Francesco. Anche oggi le ACLI di Roma vogliono essere le “api operaie” della Dottrina sociale della Chiesa.

A tutti l’augurio di una rinnovata fiducia nella nostra democrazia associativa e di un rinnovato proposito di vivere con entusiasmo e coerenza la nostra presenza sul territorio romano, così complesso e così bisognoso delle nostre opere e della nostra testimonianza. A tutti l’augurio di un appuntamento ricco di frutti, presenti e futuri, nel segno di un nuovo umanesimo urbano, che metta al centro la persona e la sua dignità.

 

QUI GLI ORIENTAMENTI CONGRESSUALI