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Giornata contro violenza sulle donne; necessaria rivoluzione culturale

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In occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne, che verrà celebrata domani, sabato 25 novembre, abbiamo realizzato, come ogni anno, una cartolina di sensibilizzazione che ha come slogan: “Se ti aspira la libertà, ti spezza. Stop violenza!”.

Un messaggio che tutte le donne e gli uomini delle ACLI di Roma hanno sentito l’esigenza di sottolineare, per rimarcare come la violenza di genere, soprattutto in un contesto che si pensa essere protetto, sia un’ombra dai mille volti che ti spezza dall’interno, che colpisce nell’inaspettato, nell’intimo, nel cuore di relazioni che dovrebbero essere soltanto sinonimo di affetto e rispetto, e che invece un giorno cambiano aspetto.

La cronaca degli ultimi giorni, purtroppo – dichiara Lidia Borzì, presidente delle ACLI di Roma e provincia – ha rimesso fortemente al centro del dibattito il tema della violenza contro le donne e dei femminicidi. Da inizio 2023 in Italia sono state uccise 103 donne, di queste 83 in ambito familiare o affettivo. Ma questa cifra sconcertante rappresenta solo la violenza che arriva alla sua più drammatica estremità. Infatti, sotto la superficie ufficiale delle statistiche, c’è quella violenza più subdola, fatta di tantissime sfumature meno eclatanti, ma altrettanto devastanti, che si insinuano come fa la polvere sotto un tappeto. È un tipo di violenza che si nasconde nelle parole che umiliano, nei gesti di potere e controllo che aspirano via la libertà, la dignità e la fiducia in sé stessi, imprigionando tantissime donne in quelle sabbie mobili, che non trovare loro la forza di superare il silenzio e denunciare”.

“Siamo dentro – aggiunge Borzì – una voragine culturale e sociale. Per risalire è fondamentale comprendere che la violenza di genere non è frutto di casi isolati, ma un fenomeno di matrice culturale ben radicato. Questa voragine, infatti, è stata scavata con tutti quegli stereotipi, schemi comportamentali ed educativi, figli della cultura del patriarcato. Quella cultura che giustifica uno schiaffo, colpevolizza la vittima di violenza, e tende ancora oggi a discriminare le donne nel mondo del lavoro. Per risalire è fondamentale innescare una rivoluzione culturale di cui proprio gli uomini devono essere i primi protagonisti”.

“Le parole chiave – conclude Borzì – sono consapevolezza, prevenzione e educazione. La lotta contro la violenza di genere richiede un impegno diffuso e continuo, un’alleanza che deve partire dalla scuola, fin da quella dell’infanzia, e dalla famiglia e coinvolgere tutti i soggetti della comunità educante per piantare e iniziare a coltivare semi di rispetto, empatia, uguaglianza e cura”.