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Torneo San Giovanni Paolo II: vince la Parrocchia Ortodossa

 

Serangeli, “torneo portatore di valori di cui la nostra città ha grande bisogno: solidarietà, correttezza, integrazione e lealtà”.

 È stata la Parrocchia Ortodossa a vincere l’IX Edizione del Torneo Interparrocchiale di calcio a 5 “Giovanni Paolo II”, promosso dall’Unione Sportiva delle Acli di Roma in collaborazione con le Acli di Roma, con il patrocinio della Regione Lazio, di Roma Capitale, del Servizio Diocesano per la Pastorale Giovanile del Vicariato di Roma, del Comitato Regionale Coni Lazio e della Comunità Ebraica di Roma.

Dopo una combattutissima partita la Parrocchia Ortodossa ha prevalso sulla parrocchia di San Basilio con il punteggio di 5-3.

Alla premiazione erano presenti: LUCA SERANGELI, presidente dell’Unione Sportiva delle Acli di Roma, RUTH DUREGHELLO, presidente della Comunità Ebraica di Roma, MONS. PAOLO LOJUDICE, vescovo ausiliare di Roma Sud, LIDIA BORZÌ, presidente delle ACLI di Roma e provincia, RICCARDO VIOLA, presidente del CONI Lazio, ROBERTO TAVANI, della segreteria politica del Presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, ANGELO DIARIO, presidente della commissione sport di Roma Capitale e DON FRANCESCO INDELICATO, direttore dell’ufficio della pastorale sport e tempo libero della Diocesi di Roma.

È stata disputata, inoltre, la finale dei playout, con la parrocchia di San Gelasio che ha battuto l’Isola Solidale 8-6, e anche quest’anno è stata giocata una speciale “Partita della pace” fra la squadra vincitrice della Coppa Fair-play, la parrocchia di San Gelasio, e una rappresentativa della Comunità Ebraica di Roma. Un’iniziativa, giunta alla II edizione, che ha voluto simboleggiare come lo sport sia un canale privilegiato per veicolare valori di condivisione, fratellanza e dialogo.

Questa IX edizione del torneo ha visto la partecipazione di 20 squadre provenienti da tutti quartieri di Roma, specialmente quelli più periferici come Tor Bella Monaca, Rebibbia, Casilino e Casal De’ Pazzi. Hanno preso parte le parrocchie dei Santi Patroni D’Italia, S. Michele Arcangelo a Pietralata, S. Maria delle Grazie al Trionfale, S. Giuda Taddeo, S. Gelasio I Papa, S. Vigilio, Santa Maria Maddalena de’ Pazzi – Roma 84 Scout, S. Giuseppe al Trionfale, S. Maria Liberatrice, Santissimo Crocifisso, S.Maria del Carmelo, Ss. Fabiano e Venanzio, San Basilio e San Clemente. Anche quest’anno ha rinnovato la sua presenza la squadra del CAS CASILINO I (Centro Accoglienza straordinaria). In totale sono state disputate quasi 100 partite da aprile ad oggi. Hanno partecipato anche le squadre della Parrocchia ortodossa, del Circolo Acli Ergo Sum, degli Ercolini di Don Orione e di due formazioni dell’Isola Solidale, struttura che accoglie detenuti a fine pena.

“Come ogni anno il torneo delle parrocchie – spiega Luca Serangeli, presidente dell’US ACLI Roma – ha incarnato nella maniera migliore i valori positivi dello sport di cui la nostra città ha grande bisogno: solidarietà, correttezza, integrazione e lealtà. Per il secondo anno consecutivo il nostro torneo assume un forte valore  ecumenico e di dialogo interreligioso attraverso lo sport con la presenza della Comunità Ebraica di Roma e della parrocchia ortodossa, che hanno voluto anche quest’anno dare un segnale forte di condivisione e di dialogo. Siamo davvero felici della prosecuzione di questa collaborazione che speriamo possa proseguire e portare frutti ancora maggiori soprattutto nel 2019 anno durante il quale festeggeremo i 10 anni del torneo delle parrocchie”.

“Per il secondo anno – commenta Ruth Dureghello, presidente della Comunità Ebraica di Roma – questo torneo è stata l’occasione anche per noi per divertirsi, per giocare, per correre e soprattutto per stare insieme. Lo spirito che ci accomuna è proprio questo e lo sport ancora una volta è un modello per abbattere barriere e pregiudizi che troppo spesso ci vorrebbero imporre dall’esterno”.

“Tutto il sistema ACLI di Roma, con l’US ACLI in testa – spiega Lidia Borzì, presidente delle ACLI di Roma – ha molto a cuore questo torneo che da ben 9 anni, nel territorio della capitale, rappresenta una buona pratica capace di favorire l’inclusione, l’incontro e l’integrazione. Crediamo sia fondamentale il coinvolgimento dei giovani, dal centro alle periferie non solo geografiche, ma anche esistenziali, che grazie a questa competizione sportiva si possono trovare riuniti sotto la bandiera universale dello sport sano e aperto a tutti. La presenza della Comunità Ebraica, inoltre, è il segno tangibile di come lo sport sia un veicolo importante per trasmettere un messaggio di pace capace di abbattere ogni muro religioso e culturale favorendo il dialogo e la conoscenza dell’altro”.

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