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LazioSette 29/10. Lidia Borzì: “Un’alleanza possibile”

di Lidia Borzì

«Davanti a questa cultura dello scarto, vi invito a realizzare un sogno che vola più in alto. Dobbiamo far sì che, attraverso il “lavoro libero, creativo, partecipativo e solidale” (cfr Esort. ap. Evangelii gaudium, 192), l’essere umano esprima ed accresca la dignità della propria vita». Queste parole, che papa Francesco ha pronunciato ricevendo nel 2015 una delegazione delle Acli, continuano a risuonarmi nella testa ogni volta che parlo di lavoro. È così anche pensando a questa Settimana dedicata a un tema tanto concreto, che dimostra quanto la Cei sia vicina al Paese reale. Dovremmo tutti impegnarci per un lavoro che sia libero, cioè non renda schiavi e dia speranza, creativo, che non tarpi le ali, partecipato, che metta in relazione con gli atri, solidale ovverodignitoso.Oggi purtroppo, lo constatiamo quotidianamente attraverso il nostro Osservatorio, non di numeri ma di persone, il lavoro manca e, quando c’è, è spesso precario, in nero, ridotto a mero scambio prestazione/ compenso. Una cattiva occupazione, che spesso non dà né diritti di cittadinanza, né stabilità, privando di fatto della possibilità di fare progetti a lungo termine. Al palo troviamo soprattutto giovani e donne, vittime di un paradosso: la crisi demografica (tra le cause proprio l’assenza di vere politiche di conciliazione), porta ad avere sempre meno giovani, eppure il mercato del lavoro non è in grado di accogliere quei pochi che ci sono.

Mi aspetto allora che da Cagliari venga lanciato un segnale importante per un’Alleanza per il lavoro dignitoso, un Patto nel segno della sussidiarietà circolare, tra tutti soggetti sociali interessati a educare al lavoro, contrastare la disoccupazione e promuovere il lavoro decente; istituzioni, parti sociali, società civile, imprese, scuola, università e Chiesa, facendo ognuno la propria parte al fine di trasformare il lavoro dignitoso da sogno in realtà.