di Lidia Borzì, Presidente ACLI provinciali di Roma
Il dentista? Lo posticipiamo. La cena fuori? Un ricordo lontano. Le bistecche? Un lusso. Sono i drammatici conti che si ritrovano a fare oggi sempre più famiglie, che hanno visto calare drasticamente i propri redditi negli ultimi anni, come confermano recenti dati Istat.
Dichiarazioni alla mano, un quinto delle famiglie italiane ha un reddito netto annuale inferiore a 14.457 euro, circa 1.200 euro al mese.
Nel 2013, secondo l’Istat, oltre 2 milioni di famiglie sono in condizioni di povertà assoluta; ben 303 mila famiglie e 1 milione 206 mila persone sono più povere rispetto all’anno precedente. Peggiora la condizione di coppie con figli: dal 5,9 al 7,5% se il figlio è uno solo, dal 7,8 al 10,9% se sono due e dal 16,2 al 21,3% se i figli sono tre o più, soprattutto se almeno un figlio è minore. Nel 2013, 1 milione 434 mila minori sono poveri in termini assoluti (erano 1 milione 58 mila nel 2012).
La nostra città, poi, con la sua popolazione così estesa e variegata, riassume tutte le condizioni.
A Roma sono oltre 30mila i bambini in povertà assoluta, secondo le stime dell’assessorato al Sostegno sociale e alla Sussidiarietà del Comune contenute nel III rapporto sulla povertà a Roma e nel Lazio 2013 realizzato dalla comunità di Sant’Egidio. Nel rapporto si sottolinea inoltre come sono ancora di più nel Lazio i bambini che soffrono di indigenza alimentare: 37mila, pari all’ 8,69 per cento del totale. Un dato che colloca la regione, di cui Roma rappresenta il 72% della popolazione, al quarto posto in Italia, dietro Campania, Sicilia e Lombardia. Allargando il punto di vista sono circa 170.000 le famiglie povere o a rischio, prevalentemente mono genitoriali, che vivono nella nostra città.
Altra questione drammatica, quella della casa: a Roma è avvenuto l’89,9% degli sfratti del Lazio (7574, di questi 4.879 per morosità, e sono 32.871 le famiglie in attesa di alloggi in ERP (Edilizia Res. Pubblica) e 400 famiglie in estrema indigenza. Certo, i numeri fanno impressione, ma sono precisi, come i calcoli che fa l’Istat, che per valutare la povertà delle famiglie, si basa attorno a spesa media, differenziata per zona geografica, grandezza del comune di residenza, dimensioni della famiglia e relativa età dei componenti. E si collega al paniere tipo di beni e servizi a cui un nucleo – ma anche un single, un anziano solo, una coppia – non può (o non dovrebbe) rinunciare. Le tre componenti del paniere – alimentare, abitazione, altre spese (tipo sanità, istruzione, trasporti, abbigliamenti, telefono, bollette) – sono costruite a partire da una quantità sufficiente di cose acquistate al “prezzo minimo accessibile” (ad esempio ai discount).
In sostanza, gli indicatori di impoverimento più evidenti sono cibo e casa. Quella casa che, invece di essere un tetto sicuro, diventa una fonte di disagio economico per molte famiglie come abbiamo visto dai dati relativi agli sfratti sul territorio capitolino. Le povertà, secondo l’Istat, aumentano soprattutto per operai, giovani, genitori, famiglie con anziani in casa. In una grande città come Roma, si sa, la vita è più cara, e la situazione non è facile, anzi, è “hard” come i discount in cui si fa quel minimo di spesa per nutrirsi.
Uno stipendio di 1500 euro per una famiglia di quattro persone con un affitto da pagare, significa niente ticket per le medicine, sì agli abiti vecchi riparati; niente vacanze, sì alla casa fredda senza riscaldamento (e naturalmente, senza aria condizionata) e così via. Siamo in pieno periodo estivo, anche se le temperature sembrano smentirci, un periodo che in passato era accompagnato da termini quali: partenze, esodi, prenotazioni, vacanze, oggi invece ci parla sempre di più di solitudine e rinuncia.
Non poter andare in vacanza non èuna tragedia. Ma rimanere soli sì.
Le Acli, insieme ad altre associazioni di categoria, chiedono al Governo di introdurre un reddito per l’inclusione sociale accompagnato da misure di sostegno al lavoro, per garantire un intervento di vero sostegno, che non sia solo di tipo assistenziale ma di promozione. Ci piacerebbe poter contribuire, ad esempio, a rendere più bella l’estate romana di coloro che non possono permettersi le vacanze, organizzando magari delle visite guidate in quello che è il più grande museo a cielo aperto del mondo: Roma!
Non a tutti interessa la pur florida vita notturna che, anche in agosto, non manca di colorare la capitale, e, allora, perché non pensare a delle iniziative culturali a prezzi calmierati, o addirittura gratuiti per i meno abbienti,durante il giorno? O perché non ripetere le notti bianche dei musei a 1 euro, che tanto successo hanno riscontrato?
Nel piccolo le ACLI di Roma contribuiscono con una serie di attività che, seppur rappresentino una goccia nell’oceano, ci permettono di giocare un ruolo importante a sostegno delle categorie fragili e più a rischio, come gli anziani.
Anche quest’anno infatti le ACLI di Roma e la FAP ACLI di Roma partecipano all’iniziativa “Roma amica degli anziani” promossa, da Roma Capitale, nell’ambito del Piano Caldo, garantendo attività come assistenza domiciliare leggera, attivazione di un Centro di ascolto, su appuntamento, con gli psicologi del nostro Punto Famiglia, iniziative ricreative e aggregative presso la sede.
La povertà economica non deve impoverire le nostre coscienze. Non possiamo chiudere gli occhi, o concentrarli solo sul nostro ombelico. Siamo infatti chiamati a rispondere all’invito di Papa Francesco, di non farci rubare la Speranza perché, senza quella, non c’è statistica che tenga: sarebbe veramente la fine.