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La “Ottobrata Solidale” e l’eredità del Giubileo della Misericordia

Ancora una volta, purtroppo, ci troviamo a parlare di terremoto, dopo quella drammatica del 24 agosto, una nuova scossa è avvenuta lo scorso 30 ottobre.  Pur non avendo, per fortuna, causato vittime, ha registrato danni ingenti, anche a Roma, e ha lasciato migliaia di persone senza un tetto sulla testa.  Le preghiere, quindi, vanno al grande numero di sfollati costretti a lasciare la propria casa, il proprio lavoro, la propria quotidianità.

Tra le numerose scosse, che purtroppo ancora si susseguono, stiamo sperimentando come la solidarietà sia il primo vero motore di ripartenza per tutte le zone così duramente colpite.

Solidarietà che è stata il filo rosso anche della II edizione della “Ottobrata Solidale”, quattro eventi intorno a tre parole chiave, accogliere, sostenere e incontrare, per raccontare la bellezza di essere al servizio dei cittadini, con particolare attenzione alle persone in condizioni di fragilità, per mostrare quanto può essere concreta la Misericordia, e quanto efficace possa essere la rete sociale che moltiplica la solidarietà.

La “Ottobrata Solidale” è stata quindi l’occasione per mettere al centro la cultura della cura, tema che ingaggia tutti, semplici cittadini e persone con ruoli di responsabilità sia nella società civile che nella politica e nelle istituzioni, una corresponsabilità che non deve rimanere sulla carta, ma va concretamente agita affinchè la nostra città sia capace di proporre un nuovo modello di comunità basato sulla centralità delle relazioni.       

Uno dei temi prioritari della “Ottobrata Solidale” è stato l’approfondimento su giovani e lavoro realizzato alla Sapienza Università di Roma, con la tavola rotonda “Lavoro per i giovani: priorità per le famiglie, futuro per il Paese”; un evento di grande rilievo, fatto con e non solo per i giovani, com’è nel nostro stile per rendere protagonisti i soggetti a cui ci rivolgiamo.

L’evento si è articolato a partire dalla presentazione dei risultati dell’indagine “Avere 20 anni, pensare al futuro”, condotta dalle ACLI di Roma insieme alla Cisl di Roma Capitale e Rieti, con il supporto tecnico dell’Iref – Istituto di Ricerca delle ACLI su un campione molto rappresentativo di mille giovani di Roma e provincia, in cui emergono da una parte dati allarmanti che pesano come macigni, come l’elevatissima percentuale di giovani disposti a rinunciare alle tutele faticosamente ottenute dalle generazioni precedenti, quali: ferie, malattia o maternità pur di mantenere il posto di lavoro.

Lascia l’amaro in bocca anche il dato dei ragazzi disposti ad andare via dalla propria città o dal Paese, ma se da una parte abbiamo registrato questo forte grido d’allarme, dall’altra è emerso che c’è una luce alla fine del tunnel rappresentata dai tanti giovani che hanno consapevolezza delle proprie capacità, pensano sia importante la formazione permanente, fanno qualche lavoretto, fanno volontariato, si reputano affidabili e abili nel problem solving.

Dati emersi da questo studio che sono stati confermati, nel giro di una manciata di settimane, da illustri enti come Migrantes e Istat, che, da diverse angolazioni, confermano la situazione preoccupante richiamando a loro volta, all’urgenza di un impegno serio e improrogabile sul presente dei giovani e sul futuro di noi tutti.

Ecco perché dobbiamo dare seguito all’impegno assunto alla Sapienza dai rappresentanti della comunità educante: istituzioni, rappresentanti dell’Università dell’impresa, Sindacati, Chiesa, chiamati ad una non più rinviabile corresponsabilità su uno dei temi prioritari per i giovani e per il Paese, che incide su tutte le politiche a vario livello.

Nasce per questo la proposta di un’Alleanza per il lavoro dignitoso, un Patto nel segno della sussidiarietà circolare, tra tutti soggetti sociali interessati a educare al lavoro, contrastare la disoccupazione e promuovere il lavoro decente, che avevamo già lanciato al nostro Congresso dello scorso marzo.

Chiusa la “Ottobrata Solidale“, restano dunque l’impegno quotidiano di dare risposte concrete ai cittadini e riportare un po’ di speranza nella nostra comunità, all’insegna di quella Misericordia tanto cara a Papa Francesco, che non è solo un sentimento, ma uno stile che ci deve contraddistinguere.

Per questo abbiamo colto l’occasione nel mese di ottobre, caro ai romani per i suoi colori e tepore, per lasciare dei semi buoni che possano dare frutto anche all’indomani di questo Anno Straordinario che volge al termine.

E alla prossima “Ottobrata Solidale”, ci sarà sicuramente ancora tanto altro da raccontarci. Perché le pagine della solidarietà si scrivono giorno per giorno.