La FAP ACLI di Roma, la GIANO ONLUS e il Reparto di Geriatria dell’Ospedale Sant’Eugenio e le ACLI di Roma, in collaborazione con L’ENAIP Impresa Sociale S.R.L , hanno dato avvio al primo corso volto alla formazione di assistenti familiari specializzati nel trattamento dell’ Alzheimer.
Il percorso formativo vedrà i 20 partecipanti impegnati per 300 ore; 180 di tirocinio pratico, da svolgere nel reparto geriatrico dell’ospedale Sant’Eugenio e le restanti 120 ore di lezione teorica.
Alla prima lezione inaugurale, lo scorso mercoledì 16 aprile hanno partecipato il segretario della FAP ACLI di Roma, Antonio Pitzoi che ha fortemente voluto questo percorso, il Presidente delle ACLI di Roma, Lidia Borzì e il primario di Geriatria dell’Ospedale Sant’Eugenio e Presidente dell’associazione Giano Onlus, Prof. Giovanni Capobianco. Vista la grande richiesta di partecipazione, nel mese di novembre, si sono svolte le selezioni , che hanno portato alla definizione di una classe multietnica e multi generazionale, evidente dimostrazione di come il tema del lavoro di cura sia di interesse generale e condiviso. Il corso, riconosciuto dalla Regione Lazio, permetterà ai partecipanti di conseguire una qualifica professionale e l’iscrizione al registro regionale degli assistenti familiari.
“L’idea di proporre questo percorso formativo, nasce dall’esperienza diretta di ascolto della popolazione anziana del territorio svolto dalla FAP ACLI di Roma in questi anni – afferma il segretario provinciale FAP ACLI, Pitzoi – poiché il problema è sempre più diffuso, sono circa 40.000, infatti, le persone a Roma affette da questa malattia, riteniamo importante offrire un’assistenza agli anziani qualificata e d’eccellenza mirata a migliorare il benessere e la qualità della vita della persona affetta da Alzheimer e della sua famiglia anche in relazione alle dinamiche demografiche e sociali in atto nel nostro Paese”. “Non possiamo demandare alla famiglia l’intera responsabilità della cura di chi sta male – afferma il Prof Giovanni Capobianco – perché questo vorrebbe dire farne un secondo malato. Riteniamo importante, quindi, affrontare insieme un problema che aumenta con l’isolamento sociale e predisporre strumenti di intervento specifici grazie anche alle docenze volontarie dei nostri medici”.
“La severità della malattia – conclude Lidia Borzì presidente delle ACLI di Roma – richiede la massima collaborazione di una rete che metta al centro la dignità della persona e supporti al massimo i familiari coinvolti. Non dimentichiamo che questo progetto rappresenta anche un’importante opportunità di creazione di posti di lavoro. E’ proprio il Lavoro e la riqualificazione valoriale del suo significato, una delle priorità delle ACLI di Roma. Le ACLI da sempre, infatti, sono impegnate professionalmente nel favorire l’incontro tra la domanda e l’offerta di lavoro, con particolare attenzione al lavoro di cura, attraverso i propri servizi e associazioni specifiche. Questo corso dimostra che la presenza nelle nostre famiglie di assistenti familiari altamente qualificati rappresenta una necessità e che il lavoro di cura, oggi, non debba più essere considerato un impiego di serie B”.