Via Prospero Alpino, 20 - 00154 Roma

Tutte le forme del LaborDì

_1130415
Fogli Excel, file Word, PowerPoint, e-mail, riunioni e videochiamate. E sì anche un paio di planimetrie. Sono state tante le forme che ha preso il “LaborDì” prima della giornata di mercoledì. Alla base c’è sempre stato un sogno, l’innesco, che ha dato via al tutto: la volontà di aiutare i giovani a muovere i primi passi verso il mondo del lavoro. Perché non è facile capire che strada prendere dopo la scuola. Non è facile capire su quali obiettivi dedicare tempo ed energia. Non è facile prepararsi per un colloquio di lavoro. E poi c’è quella domanda “che vuoi fare da grande?” che all’inizio spaventa sempre un po’.Mercoledì appena abbiamo acceso le luci dell’Auditorium della Tecnica il nostro sogno, condiviso con istituzioni, scuola, organizzazioni sociali, mondo della chiesa e dell’impresa, ha preso tante altre forme. Prima quella della lettera di Papa Francesco, un vero e proprio manifesto per il lavoro dignitoso, come l’ha dipinta la nostra presidente Lidia Borzì, accolto con un applauso da stadio da tutta la platea, e che invita tutti noi adulti a pensare e progettare insieme il lavoro, senza contrapposizioni, abbracciando la logica della collaborazione. Poi quella degli interventi dei relatori, in rappresentanza di tutti i soggetti della comunità educante. Quella degli oltre 80 workshop, che dalla creatività alle sfide dell’intelligenza artificiale, passando per il design thinking e gli step per creare una start-up, hanno sorvolato su tantissime tematiche. E ancora, quella dei colloqui di lavoro, con 75 recruiter professionisti che hanno messo alla prova tutti i partecipanti, offrendo in diretta dei feedback preziosi.Ma soprattutto il nostro sogno ha preso la forma dei volti degli oltre 1.300 studenti arrivati con le loro mete da esplorare e i loro zaini da riempire. Volti sorridenti, concentrati e anche un po’ spaesati perché l’Auditorium della Tecnica oltre ad essere bellissimo è immenso. Volti curiosi e pronti a tuffarsi nei contenuti di una giornata, che per noi è stata tante forme e tanto impegno. Per loro speriamo con tutto il cuore che possa essere una parola: futuro.Una parola che come quella domanda “che farò da grande?” all’inizio spaventa un po’, ma che dentro di sé custodisce un invito preziosissimo: a esplorare, imparare, crescere e a non smettere mai di creare e generare bellezza durante il cammino.Senza paura di sbagliare!

la gallery