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Sportello di ascolto psicologico, percorsi in-formativi e servizio di inserimento lavorativo per colf e assistenti familiari

Giovedì 10 maggio 2018 alle ore 15.30 si terrà presso la sede delle ACLI di Roma l’incontro “Lab-Colf, la ricerca del lavoro nel settore domestico tra bisogni e bilancio di competenze“, promosso dalle ACLI di Roma e provincia, dal Patronato ACLI , da ACLI-Colf e dalla FAP (Federazione Anziani e Pensionati) ACLI Roma.

Saranno presenti: la Senatrice della Repubblica Annamaria Parente, esperta di lavoro e previdenza, Lidia Borzì, presidente delle ACLI di Roma e provincia, Francesco De Vitalini, segretario della FAP ACLI Roma, Sandra Giorgio, referente ACLI Colf Roma, Antonia Lolli, responsabile sportello lavoro del Patronato ACLI Roma, Raffaella Maioni, responsabile nazionale ACLI-Colf, e Matteo Mariottini, direttore del Patronato ACLI Roma.

Sarà l’occasione per presentare la filiera di iniziative che le ACLI di Roma promuovono per mettere al centro i lavoratori e le lavoratrici nell’ambito del settore domestico e del lavoro di cura.

Accanto ai tradizionali servizi di esigibilità dei diritti e di assistenza fiscale e contrattualistica che le ACLI già portano avanti, verranno introdotte tre grandi novità.

– La prima è il servizio di intermediazione lavorativa per il matching di domanda e offerta di lavoro gestito, coordinato e indirizzato da operatori specializzati del Patronato ACLI di Roma che incontreranno potenziali datori di lavoro e lavoratori attraverso appuntamenti personalizzati  volti all’orientamento e alla valutazione delle competenze e delle opportunità. Lo scopo è di garantire un servizio di qualità sia dei lavoratori che dei datori. 

– La seconda novità introdotta è lo sportello di sostegno psicologico per chi è impegnato nell’ambito del lavoro di cura.

– Infine verranno presentati i Lab Colf ACLI Roma, laboratori tematici di in-formazione e aggregazione, con focus su quattro aree tematiche: benessere (quindi sicurezza sul lavoro, pronto soccorso, gestione dei conflitti, benessere psico-fisico, mediazione, difesa personale), esigibilità dei diritti (buste paga, messa in regola, assegni famigliari, ricongiungimenti, lezioni su leggi, voto e costituzioni), professionalizzazione, (attraverso lezioni di cucina, di lingua italiana, di trattamento degli anziani fragili) e cultura (del territorio, della nostra cultura e tradizioni).

Proseguirà, inoltre, l’impegno sulla professionalizzazione del lavoro di cura con due corsi di formazione per lavoratori domestici finanziati da Fondazione Cattolica, uno destinato alla formazione di figure professionali in grado di garantire l’assistenza e la cura dei minori, e l’altro per l’assistenza degli anziani fragili. Non mancheranno le proposte di aggregazione e di carattere culturale, con gite, visite guidate e spettacoli.

“Crediamo molto – dichiara Lidia Borzì, presidente delle ACLI di Roma e provincia – nella necessità di investire sulla valorizzazione del lavoro di cura, che non può più essere considerato un lavoro di serie B, ma un pilastro fondamentale per le nostre famiglie. Proprio per questo è necessario professionalizzarlo e tutelarlo, perché rappresenta anche una significativa opportunità professionale. Questo infatti è un ambito in crescita esponenziale, visto anche il progressivo allungamento della vita, che intreccia gli ambiti economici, relazionali, familiari, le politiche sociali, l’integrazione culturale e l’esigibilità dei diritti”.

“Un investimento – aggiunge Borzì – che fa bene ai lavoratori, agli anziani che ricevono le cure e alle famiglie alle quali viene garantito un servizio di qualità. Tutte queste novità vanno ad integrarsi con il nostro modello di azione sociale, che risponde a bisogni primari, garantisce l’esigibilità dei diritti, lavora su politiche attive e di aggregazione e fa da pungolo alle istituzioni. Il nostro impegno è rivolto anche a favorire un matching assistito tra domanda e offerta di lavoro, per contrastare la piaga del sommerso che colpisce molto questo settore, ma anche per essere al fianco dei lavoratori al di fuori del posto di lavoro investendo su una rete di protezione incentrata sulle relazioni”.