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Progetto Cresco, progettisti per il quartiere

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Se “la forma è anche il contenuto”, mettersi in cerchio significa molto più che prendere posto: vuol dire riconoscersi, darsi valore a vicenda, costruire un ambiente di ascolto e fiducia. Significa creare uno spazio condiviso in cui ciascuno può contribuire con la propria voce, guardando negli occhi chi ha di fronte, nel tentativo comune di costruire qualcosa di bello e significativo insieme.

È stata questa la prima forma che ha preso il laboratorio di cittadinanza attiva “Ri-prendi il tuo quartiere”, che ha avuto come protagonisti gli studenti del 4c e del 4d dell’IIS via di Saponara 150 “Giulio Verne”, nell’ambito del progetto #Cresco.

Ideare, progettare, realizzare. Tre verbi fondamentali, concreti e ispiratori, che hanno scandito le tappe di questo percorso. Insieme alle nostre educatrici e operatrici che hanno accompagnato le due classi, ci siamo messi in cammino a partire da aprile, attraversando diverse fasi di lavoro. Tutte fondate sull’ ascolto, sulla collaborazione e sulla creatività.

Prima in aula abbiamo dato spazio alla voce e alle idee degli studenti, ragionando sulle potenzialità e le criticità del loro territorio; su quali spazi volessero riqualificare e immaginare nuovi modi per prendersene cura. Dopo un’attenta analisi, la loro scelta è ricaduta su Parco Manzu e Parco Beretta Molla, due aree vedi dal grande potenziale.

E allora carta e penna alla mano, i ragazzi sono usciti tra le strade del quartiere per ascoltare chi lo vive ogni giorno. Hanno intervistato i passanti, raccolto spunti, percezioni, desideri e anche critiche.

Una volta rientrati in aula, è cominciata la fase creativa più intensa: quella della progettazione, cioè mettere nero su bianco il loro progetto di riqualificazione. Campi di pallavolo, aree giochi per bambini, spazio barbecue e un grande palco per eventi culturali e musicali aperti a tutti. Un progetto ambizioso, ma profondamente sentito, che racconta il desiderio di socialità, inclusione, bellezza e cura

Dalla carta poi siamo passati alla tridimensionalità. Le loro idee hanno iniziato a prendere forma in un plastico: un modello in cui ogni elemento del progetto potesse essere toccato, visto, immaginato. Pasta modellabile, fogli di poliplat, tempere, cartoncini ed erba sintetica. Materiali semplici ma capaci di tradurre e restituire il loro lavoro di squadra.

Per noi è stato davvero emozionante godersi tutto questo in prima fila e vedere l’energia e l’entusiasmo con cui si sono messi in gioco.