
“L’accoglienza dei rifugiati e dei richiedenti asilo, fra i quali molte sono le donne e i minori – continua la nota – è un dovere ineludibile per una società civile e per una comunità degna di questo nome. Non è ammissibile che le diverse comunità di immigrati, in fuga dalle persecuzioni e dalle guerre non trovino nell’Europa e nello Stato italiano la garanzia prevista dai trattati e dalle normative internazionali. L’inclusione non è un problema di sicurezza: è un problema sociale e come tale va trattato. I fatti di Tor Sapienza sono emblematici da questo punto di vista e rischiano di creare un precedente pericoloso. Viceversa, proprio il ruolo dello Stato e delle istituzioni va rafforzato, partendo dalla qualità dei servizi pubblici erogati. Le istituzioni devono dare una risposta immediata al disagio sociale delle periferie, coinvolgendo tutti i soggetti sociali in un’azione corale, la sola in grado di creare coesione. Riteniamo doveroso richiamare le coscienze civili della città, le istituzioni, le associazioni e le comunità a focalizzare l’attenzione sulla centralità dei temi dell’integrazione e dell’inclusione sociale, ponendosi, al contempo, a garanzia di quell’irrinunciabile senso di sicurezza che soltanto un attento governo del territorio può fornire”.

