Anche quest’anno il Sistema ACLI di Roma ha partecipato alla XXV edizione della Festa dei Popoli essendo anche tra i promotori dell’evento insieme alla Congregazione dei Missionari Scalabriniani, l’Ufficio Pastorale Migrantes della Diocesi di Roma e l’Ufficio Caritas della Diocesi di Roma.
Una giornata tra canti, balli, colori e sapori di culture diverse unite in una piazza capace di accogliere un mondo intero, 50 le etnie presenti e alle quali il Papa ha rivolto la Sua benedizione e il suo saluto: «Che questa festa, segno di unità e della diversità delle culture, ci aiuti a capire che il cammino verso la pace è questo: fare l’unità, rispettando le diversità».
Nella giornata intitolata “Misericordia senza confini” in onore del Giubileo, la celebrazione eucaristica nella basilica lateranense ha rispecchiato lo spirito multietnico. Circa 80 sacerdoti di diverse nazionalità sono saliti sull’altare e 13 cori hanno accompagnato la Messa in altrettante lingue presieduta dal vescovo Guerino Di Tora, ausiliare per il settore Nord della diocesi di Roma e presidente della Commissione Cei per le Migrazioni e della Fondazione Migrantes.
Le ACLI di Roma sono state presenti in piazza con uno stand e tante attività tra le quali laboratori creativi di riuso e la merenda solidale con il pane “del giorno prima” offerto dal progetto “il pane A Chi Serve 2.0”.
Nel pomeriggio anche l’intervento della presidente delle ACLI di Roma, Lidia Borzì che, dal palco centrale, ha sottolineato “l’importanza di una festa come questa, nel cuore della Città eterna, una città votata da sempre all’accoglienza che è una delle opere di Misericordia e che quindi assume un valore ancora più significativo nell’anno del Giubileo straordinario.” “una manifestazione che giunge alla sua XXV edizione – conclude la presidente – è un bell’esempio di come sia possibile creare coesione sociale e favorire l’integrazione se si incontra l’altro, se si creano occasioni di scambio e reciproca conoscenza perchè le differenze culturali non sono un vero ostacolo se si pensa, come afferma un proverbio indiano, che tutti i popoli del mondo sorridono nella stessa lingua”