È stata presentata, venerdì 23 ottobre, presso il Mercato Testaccio, in via Galvani 108, la mostra fotografica “In che lavoro siamo?!” promossa dalle ACLI di Roma e realizzata grazie alle 43 immagini raccolte in occasione della quinta edizione del concorso “Fotosocial”.
La mostra fotografica “In che lavoro siamo?!” mette al centro un tema prioritario: il lavoro dignitoso, soprattutto in un momento così drammatico in cui la pandemia sanitaria si è trasformata in crisi sociale e del lavoro che ha colpito particolarmente le fasce più fragili quelle dalle basse tutele e i bassi salari.
La mostra quindi, attraverso il linguaggio artistico vuole proporre uno sguardo a 360 sul mondo del lavoro tra luci e ombre, tra i valori e le insidie. Chiaroscuro che emerge fortemente anche grazie al percorso narrativo realizzato mettendo in risalto il forte contrasto che c’è tra gli stralci estratti da pietre miliari del lavoro dignitoso dalla costituzione alla Dottrina Sociale della Chiesa, dallo Statuto dei Lavoratori alla Laudato Sii, che raccontano il mondo del lavoro per come dovrebbe essere, e le storie di lavoratori spesso difficili e incerte, raccolte e raccontate dai pannelli dello storytelling che invece lo raccontano per come troppo spesso si presenta.
L’iniziativa si svolge nell’ambito della VI edizione dell’Ottobrata Solidale, l’ormai tradizionale kermesse promossa dalle ACLI di Roma e provincia, dall’Unione Sportiva ACLI Roma e dalla FAP (Federazione Anziani e Pensionati) ACLI Roma per raccontare la bellezza della solidarietà attraverso il linguaggio dell’arte, della cultura e dello sport con il patrocinio della Regione Lazio, della Città Metropolitana di Roma Capitale, di Roma Capitale, del Vicariato di Roma.
La location scelta per l’inaugurazione, grazie alla collaborazione del Mercato Testaccio e del Municipio Roma I Centro, vuole essere un rimando simbolico al cibo come frutto del lavoro buono e dignitoso dell’uomo.
Nell’occasione, è stato anche premiato il vincitore del V concorso Fotosocial. Ad aggiudicarsi il premio è stato Tommaso Clemente, che ha scattato l’immagine risultata più votata durante un viaggio in Birmania. Si è aggiudicato un premio di 1000 euro, la cui metà è da devolvere in beneficenza a un ente solidale da lui scelto.
La giuria che ha selezionato il vincitore è stata composta da: Lidia Borzì, presidente ACLI di Roma aps; Gianni Pinnizzotto, presidente Scuola di Fotografia Graffiti; Paolo Frusone, membro di presidenza ACLI di Roma; Cristian Gennari, fotoreporter professionista; Giancarlo Di Gregorio, Direttore Comunicazione istituzionale, Relazioni pubbliche, Attività giornalistiche e Web dell’Istituto Luce Cinecittà.
Il concorso è stato promosso in collaborazione con il Circolo ACLI “Pietra su Pietra”, con il supporto tecnico dell’associazione Graffiti, un’eccellenza nel campo dello studio della fotografia, affiliata alle ACLI di Roma, e guidata dal fotoreporter Gianni Pinnizzotto.
“Con questa edizione del Fotosocial che si è chiusa oggi ed è culminata in questa bellissima mostra – dichiara LIDIA BORZÌ, presidente delle ACLI di Roma aps – abbiamo voluto mettere al centro uno dei temi prioritari per le ACLI e per il nostro Paese: il lavoro, in tutte le sue sfaccettature, positive ma anche negative. Come ACLI di Roma ci impegniamo quotidianamente nella promozione del lavoro dignitoso, come sinonimo di crescita economica, benessere e sviluppo integrale della persona. Questo periodo così difficile che stiamo attraversando, e che non potevamo neanche immaginare al lancio di questo concorso, ha aggravato però maggiormente la situazione, perciò affrontare in maniera seria e determinata il tema del lavoro diventa fondamentale, perché è diventato ancora di più una priorità assoluta per tante famiglie. Questa mostra vuole quindi accendere un riflettore sul tema, ma anche lanciare un forte appello: quello di ragionare, da una parte, su come riuscire a fornire risposte e strumenti concreti a chi ha perso la propria occupazione, a chi non è mai riuscito a trovarla e a chi è rimasto impigliato nella rete del lavoro nero o sottopagato, e dall’altra di trovare una visione lungimirante che possa mettere il lavoro in cima alle priorità dell’agenda politica”.