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Giornata internazionale della donna: “Ora avanti non indietro”

Nell’ultimo anno, segnato in modo particolare dalla pandemia e dai problemi a essa collegati, le ACLI di Roma e provincia sono state accanto in modo particolare alle donne, supportandole e sostenendole principalmente in quattro ambiti di intervento: l’esigibilità dei diritti, aiuti materiali, il lavoro e il contrasto di ogni forma di violenza.

In particolare, grazie al segretariato sociale aperto proprio all’inizio dell’emergenza Covid, nonché ai servizi di CAF e Patronato delle ACLI di Roma, in un anno sono state oltre 500.000 le persone che hanno chiesto aiuto di cui il 66% donne. Gli ambiti principali delle richieste hanno riguardato la possibilità di esigere diritti, un sostegno nella comprensione delle misure adottate con i diversi Dpcm, sostegno psicologico per affrontare le situazioni di difficoltà, problematiche legate alla perdita o alla mancanza di lavoro e anche richieste di aiuti materiali, in particolare sono stati 270 i kit scolastici per i bambini consegnati e circa 9.000 i pacchi alimentari. Una mancanza di cibo che ha riguardato anche donne e famiglie insospettabili e che prima della pandemia avevano la possibilità di vivere senza troppe difficoltà.

Inoltre, sempre nell’ultimo anno, sono oltre 900 le donne sostenute e assistite dalle ACLI di Roma grazie allo sportello di orientamento per le Vittime di violenza e stalking inserito nel “Progetto Fiore di Loto” e al camper itinerante nella città soprattutto nelle periferie. Tra queste 500 hanno avuto bisogno di assistenza legale a seguito di vicende di violenza e di stalking, 350 sono quelle intercettate dal lavoro in strada nei quartieri della capitale, grazie al quale sono stati anche qui individuati molti problemi connessi al mondo del lavoro e nella gestione della famiglia, soprattutto durante il lockdown.

Oltre 40 donne, invece, sono state avviate dalle ACLI di Roma ad un progetto di empowerment puntando ad aumentare la capacità di auto-promuoversi in ambito lavorativo, ma anche per avviare percorsi di autonomia e consapevolezza di sè. Infine, grazie all’iniziativa “E…vento di donna” sono stati formati, in collaborazione con l’Ordine dei Giornalisti del Lazio, oltre 70 giornalisti al giusto approccio sul tema della violenza di genere. Il progetto è promosso dalle ACLI di Roma in rete con Agenzia Comunicatio, US ACLI Roma, Forum delle Associazioni Familiari del Lazio, Centro studi “Pluriversum”, Associazione culturale “Punto & Virgola” e “Libera Mondo” grazie al sostegno del Dipartimento per le pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri” con l’obiettivo di contrastare le discriminazioni di genere e la violenza sulle donne tramite azioni di sensibilizzazione che puntino al cambiamento socio-culturale.

Alla luce di quanto riscontrato in questo anno, quindi, in occasione dell’8 marzo le ACLI di Roma hanno messo in campo una serie di iniziative proprio per accendere i riflettori sulle difficoltà del mondo femminile e anche per lanciare un messaggio di speranza e positività. La prima è stata il web talk “Mi vanto di essere donna”, al quale hanno partecipato diverse ospiti tra cui la Ministra per le pari opportunità Elena Bonetti e la giornalista RAI Giovanna Botteri, e dal quale è emersa principalmente la necessità di una nuova narrazione della società attraverso lo sguardo femminile, che sia la cifra di un nuovo approccio culturale. Un dibattito che attraverso gli occhi di donne impegnate in diversi ambiti, ha evidenziato come le donne siano portatrici di una “differenza ri-generante”, una diversa postura da cui guardare le relazioni, la società, il mondo, e in esso agire con sano orgoglio.

Inoltre, è stata lanciata una cartolina per la Giornata Internazionale della Donna che ha come slogan “Ora avanti, non indietro”, perché gli effetti della pandemia sull’universo femminile stanno portando indietro le lancette dell’orologio nella storia delle conquiste ottenute dalle donne con il rischio di ricacciarle in una condizione di marginalità, ma proprio di fronte all’emergenza Covid è lo sguardo femminile può segnare nuove strade da intraprendere.

«Il Covid – spiega LIDIA BORZÌ, presidente delle ACLI di Roma e provincia – sta interrompendo bruscamente il cammino della piena affermazione della donna. L’occupazione femminile è in forte calo. La disparità salariale è incrementata così come la povertà delle donne. La gestione dei figli, alle prese con la didattica a distanza e con grandi vuoti da colmare, sta ricadendo sempre di più sulle spalle delle mamme. E le conseguenze sul benessere fisico e psicologico sono devastanti. Gli effetti della pandemia sull’universo femminile stanno portando indietro le lancette dell’orologio, con il rischio di vedere incrinarsi tutte quelle conquiste ottenute in direzione dell’uguaglianza di genere e della parità di diritti. Allora, adesso più che mai è il tempo delle donne, che con il loro sguardo sensibile, empatico, positivo e concreto possono essere capaci di trasmettere speranza e rinnovare ogni dimensione della nostra società».

«Sono tre – aggiunge LIDIA BORZÌ, presidente delle ACLI di Roma e provincia – i fili trainanti per un pieno e necessario riconoscimento delle donne a tutto tondo: il primo è senza dubbio il lavoro dignitoso, quello che dà tutele e diritti, in termini di sicurezza, salute, retribuzione equa. E per la donna in particolare significa non solo autonomia, ma riconoscimento della propria dignità. Il secondo filo trainante, strettamente collegato al primo, è il welfare: c’è urgenza e necessità di un welfare generativo e sartoriale che accompagni, promuova e moltiplichi le opportunità delle donne, non costringendole a scegliere tra famiglia e lavoro. Il terzo e ultimo filo trainante riguarda l’uguaglianza nelle opportunità, ovvero la necessità di una virtuosa competizione, nel segno della meritocrazia, che non consideri le donne una specie da proteggere, ma neanche le penalizzi, come spesso accade».

LA RASSEGNA STAMPA

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