di Lidia Borzì, Presidente delle ACLI di Roma
E’ arrivata l’estate e a Roma è davvero tempo di una nuova stagione, una nuova stagione non solo a livello meteorologico, ma anche a livello politico istituzionale.
Il Campidoglio, infatti, ha aperto le sue porte al nuovo sindaco, la prima sindaca donna di Roma, Virginia Raggi, a Lei e a tutta la squadra auguriamo buon lavoro e assicuriamo una fattiva collaborazione in un’ottica di servizio per il tanto agognato rilancio della Capitale.
Roma, come abbiamo già avuto modo di dire nella lettera al futuro sindaco che abbiamo scritto prima del ballottaggio, non è affatto una città semplice da governare tra “ […] la progressiva perdita di fiducia nelle Istituzioni e l’allontanamento dei cittadini dalla politica, e la concretezza dei tanti piccoli e grandi drammi quotidiani: dalle buche che rendono le nostre strade molto pericolose, ai mezzi di trasporto spesso guasti o in ritardo, ai problemi nello smaltimento dei rifiuti, alle lunghe file alle mense solidali segno tangibile di povertà crescenti, fino alla carenza di Servizi che rendono difficile la conciliazione famiglia/lavoro e tanto altro ancora. […]”, ma Roma non è una città pronta ad arrendersi chiamata ad un supplemento di responsabilità in quanto capitale del Paese.
Proprio per questo riteniamo che il Terzo Settore sia chiamato, in un momento particolare come questo, a fare la propria parte di attore competente ed autorevole perché quotidianamente in prima linea nel fronteggiare le tante fragilità che coesistono nella città.
E’ questo, quindi, il tempo di uscire dalla logica degli interventi frammentati e legati all’emergenza rimettendo in circolo le forze buone della città attraverso la promozione di un sistema di welfare integrato con un approccio sistemico, strutturato e condiviso rimettendo al centro l’attenzione alla tutela della dignità della persona a partire dall’impegno a favore del Lavoro e della Solidarietà.
Crediamo che sia proprio questo il punto di partenza per uscire da questa critica situazione di stallo come emerso chiaramente anche in occasione del nostro XXV congresso provinciale dello scorso 12 marzo.
Lavoro e solidarietà sono, infatti, i due vettori del cambiamento buono in quanto da essi discendono: coesione, partecipazione e cittadinanza in poche parole, l’idea di un futuro sereno e stabile capace di colmare quel deficit di Speranza che c’è nella città.
Un deficit di Speranza che emerge chiaramente anche dai dati delle ultime elezioni. Pochi infatti i concittadini che si sono recati alle urne; se l’astensionismo fosse un partito farebbe registrare, purtroppo, una drammatica maggioranza. Ma sono soprattutto i giovani a non andare a votare e questo è un dato che deve farci allarmare, ma che probabilmente ci stupisce poco.
Ci troviamo molto spesso infatti a parlare DEI giovani e molto poco CON loro.
In questo senso la nostra vocazione educativa ci spinge a promuovere nuovi percorsi di ascolto per capire quali siano le principali problematiche e tentare di riconnetterli alla comunità e alle Istituzioni perché è proprio l’ascolto uno dei presupposti principali della Partecipazione che sta alla base della Democrazia.
Sono proprio l’ascolto e la partecipazione i pilastri alla base dell’indagine “Avere 20 anni, pensare al futuro” che abbiamo condotto su oltre 1000 ragazzi dai 18 ai 29 anni nell’ambito del progetto “Job to Go, il lavoro svolta!” che promuoviamo insieme alla CISL di Roma Capitale e Rieti. Una ricerca condotta con il supporto scientifico dell’Iref volta ad approfondire la percezione che hanno i ragazzi del mondo del lavoro, della Politica e della città i cui risultati sono stati presentati lo scorso 10 giugno presso l’Ostello “Don Luigi Di Liegro” della Caritas Diocesana di Roma.
Oltre 1000 storie di confusione, paura, a volte rabbia, ma anche un po’ di speranza, oltre 1000 giovani alla soglia del mondo “dei grandi” dei quali si sentono spettatori e non attori protagonisti.
Il 52,6% infatti è informato sui temi dell’attualità e della Politica, ma preferisce non impegnarsi in prima persona. Il motivo è chiaro: se si domanda loro quali siano i sentimenti provati pensando alla politica, “rabbia”, “disgusto” e “sconforto” ottengono percentuali di risposta comprese tra il 36,3% e il 39,3%; il primo sentimento positivo è la “speranza” ma solo per il 17,8%.
Uno sguardo ancora più incerto lo rivolgono al mondo del lavoro, quella che dovrebbe rappresentare una porta di accesso ad una piena cittadinanza in realtà è quasi un miraggio.
Un’oasi nel deserto raggiungibile, secondo il 23,5% principalmente grazie all’aiuto di persone influenti. A questo disincanto occorre aggiungere anche un 12,8% di intervistati per i quali la cosa più importante è avere fortuna e un 10% che afferma la necessità di sapersi accontentare.
Dati scoraggianti, ma che ci consegnano una responsabilità, quella di farci carico delle loro “mancate” aspettative e contribuire ad offrire delle risposte tempestive e concrete per combattere questa situazione e per far sì che si possa costruire il futuro dei nostri ragazzi sulle solide basi di un presente capace di voltare pagina.
Come ACLI di Roma abbiamo fatto delle proposte che porteremo anche sul tavolo del nuovo sindaco, ma abbiamo iniziato già nel nostro interno con la presentazione delle linee programmatiche del nuovo mandato che riflettono nel nostro piccolo quanto detto per la città, quindi attenzione ai soggetti sociali (famiglie, giovani, anziani, diversamente abili, immigrati) pianeti protagonisti di un ipotetico sistema sol..idale su cui impattano tutte le politiche.
Pianeti con le proprie specifiche problematicità e punti di forza, ma che necessitano di essere messi in relazione grazie all’attività in rete tra Istituzioni, società civile e parti sociali, in un’ottica di sussidiarietà circolare pienamente agita.
La Speranza è che per Roma, come per l’estate appena arrivata, questa sia la stagione che porti frutto, un frutto che ha il sapore del Futuro.