Se entri in una classe in Europa, vedrai una cartina geografia con l’Europa al centro. Se entri in una classe in Asia, l’Europa sarà spostata ai margini. E così in ogni continente: ognuno mette sé stesso al centro. È un piccolo dettaglio che racconta una grande verità: che siamo tutti stranieri da qualche parte. Che il centro del mondo non esiste, perché la Terra è un pallone che rotola e cambia prospettiva a ogni sguardo. Siamo tutti minuscoli puntini in movimento. Vite che camminano, incrociano, cercano.
Sognano.
E in questo movimento, l’etnocentrismo si rivela per quello che è: una mappa sbagliata, un’illusione. Esiste una sola geografia che conta: la geografia del cuore. Quella che non disegna confini, ma apre le braccia. Quella che non chiede da dove vieni, ma cammina accanto. Sostiene. Ascolta le storie di chi è stato costretto a fuggire da guerre, violenze e persecuzioni. Le ascolta per cominciare a cambiarle. In questa Giornata Mondiale del Rifugiato, vogliamo ricordare che l’accoglienza non è un gesto di carità, ma un atto di giustizia. Che integrare non è perdere qualcosa, ma costruire insieme qualcosa di più grande. Perché siamo tutti cittadini dello stesso mondo!