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Comunità educante e democrazia della cura

Si avvicina la conclusione dell’anno scolastico. Tempo di bilanci e di progetti.

Le ACLI di Roma considerano l’impegno educativo sul territorio una vera priorità della loro azione sociale e formativa.

Sappiamo che occuparsi di educazione e formazione implica un lavoro di rete che comprende l’interlocuzione, la co-progettazione con le Istituzioni e con gli altri soggetti civili, a partire dalle scuole, e in generale diversi attori di prossimità, l’ascolto competente dei bisogni, delle famiglie, e dei diretti interessati, dai bambini, ai giovani, agli studenti. E’ qui che emerge come l’educazione sia un processo di cui siamo corresponsabili tutti e che chiama in causa la comunità, che in quanto tale è appunto educante.

Lo riconosce il celeberrimo detto africano secondo il quale per crescere un bambino ci vuole un intero villaggio. Va in questa direzione l’esperienza della scuola aperta al territorio proposta dall’amministrazione del sindaco Gualtieri. Perché questo obiettivo venga raggiunto è però necessario che le diverse iniziative vengano messe a sistema, in un’ottica integrata e sinergica, come le ACLI di ROMA hanno proposto nel CANTIERE ROMA, a proposito di questa e di altre politiche sociali generative di coesione e inclusione. 

La centralità dell’educazione è emersa con chiarezza nei due anni di pandemia. La DAD (didattica a distanza) a cui ci ha costretto l’emergenza sanitaria nel suo primo anno, ha mostrato i suoi effetti sui singoli e sulle famiglie, dando luogo ad un diffuso malessere che ha colpito i più giovani, con fenomeni anche gravi di disagio psichico, che di riflesso si sono riversati sui nuclei familiari.

Inoltre il ricorso alle nuove tecnologie digitali ha messo in risalto il gap digitale tra famiglie e territori, anche all’interno della nostra area urbana e metropolitana.

Un elemento che ha aggravato le diseguaglianze e accentuato le disparità di opportunità. Il nostro apporto su questo punto è stato costante, con diverse iniziative volte soprattutto all’accompagnamento dei soggetti fragili e al sostegno delle realtà periferiche, e non solo.

Nel nostro CANTIERE ROMA, che ho già ricordato, abbiamo messo a punto un metodo e un modello di azione sociale che ha collocato i soggetti al centro (tra i quali i bambini e i giovani hanno avuto un’attenzione speciale) per elaborare nuove politiche dal basso e presentare lo ‘stato dell’arte’ ai nuovi amministratori della nostra città.

Educazione&Territorio è apparso anche dalla nostra indagine il binomio vincente per implementare un nuovo umanesimo urbano accogliente, inclusivo e solidale.

E’ un binomio che da tempo si è affacciato per vincere le sfide che la nuova realtà dove tutto è connesso lancia alle attività di istruzione, formazione e educazione. 

Ora, anche per le nuove risorse messe in campo dal PNRR, la sfida si è fatta possibile e il nostro mondo, di soggetti organizzati del civile, è chiamato a raccoglierla con il suo know how di competenze, esperienze e  valori.

Il cantiere “GENERIAMO LAVORO”  che da alcuni anni portiamo avanti insieme alla Pastorale sociale del lavoro della diocesi di Roma, alla CISL, UCID e CONFCOOPERATIVE della Capitale con altri soggetti civili, e da quest’anno anche in collaborazione con l’Università di Roma La Sapienza e dell’UDU Sapienza ha messo al centro lo sviluppo di competenze trasversali per favorire l’inserimento e la permanenza dei giovani sul mercato del lavoro. Un esempio di sussidiarietà orizzontale e verticale che le ACLI di Roma propongono per il bene comune del territorio e per la sua crescita economica e culturale.

Va detto che Il ritorno alla normalità anche nelle attività scolastiche, educative e formative, si è presentato in tutta la sua complessità. Mentre si è salutato con evidente sollievo il ripristino delle attività in presenza (dalla scuola all’Università) e delle relazioni vive, anzitutto tra pari, si è fatta strada la consapevolezza che l’esperienza della “didattica a distanza” non va del tutto persa e che anche in questo campo bisogna fare tesoro delle novità positive, a partire dalla alfabetizzazione digitale, che richiede un grande impegno non solo tecnologico, ma anche educativo.

Nel caso dei giovani, questo significa anzitutto l’educazione all’uso responsabile della RETE e dall’azione di contrasto al cyberbullismo, dark web e alla pedopornografia, piaghe  che minacciano i giovani e i minori, i quali soprattutto nell’isolamento forzato della pandemia hanno sviluppato comportamenti di dipendenza. Anche in questo campo l’azione delle ACLI di Roma è stata di vigile presenza, soprattutto nel fornire ai ragazzi percorsi formativi con il progetto “Connesso: navigare nel web senza affondare” per sensibilizzarli ad un uso consapevole della rete che significa conoscere ed evitarne le insidie, ma anche saper valorizzare le opportunità che offre, l’impegno delle ACLI di Roma ha però previsto anche forme alternative di impegno e partecipazione, dal volontariato al servizio civile.  

Le ACLI di Roma, in vista dei nuovi impegni dell’anno sociale che coincide anche con quello scolastico, si sentono chiamate ad agire con passione per una comunità educante diffusa, per infittire  relazioni e sinergie con i soggetti- istituzionali,  civili ed ecclesiali- presenti nella nostra città, con  l’amministrazione comunale che ha da alcuni mesi cominciato la sua attività, per realizzare quella democrazia della cura senza la quale non c’è sviluppo integrale e sostenibile.