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1 Maggio, Festa dei Lavoratori; rimettere al centro il lavoro dignitoso

Lavoratori equilibristi: questo il senso della cartolina promossa dalle ACLI di Roma in occasione del 1 maggio con il claim “Il lavoro dignitoso non ti lascia appeso a un filo”.

Oggi la vita dei lavoratori, in particolare di quelli giovani, è appesa a un filo, perché il lavoro manca e quando c’è è spesso precario, in nero, mercificato, con basse tutele e bassi salari. Una cattiva occupazione che non dà né diritti di cittadinanza né stabilità, privando di fatto della possibilità di pianificare progetti a lungo termine, come fare famiglia. Giovani dunque sempre più in bilico e con il peso sulle spalle di un debito che non hanno certo creato loro.

Ma equilibriste sono anche le mamme lavoratrici che non trovano aiuti per la conciliazione.

O i papà che a 40 anni suonati non hanno un contratto a tempo indeterminato e per il finanziamento della macchina nuova devono chiedere alla suocera di fare da garante.

E dal funambolico filo, il baratro è ancor più vicino per chi il lavoro lo perde, specie per gli over 50 per i quali la pensione è un miraggio sempre più lontano.

È urgente dunque rimettere il lavoro dignitoso in cima a tutte le priorità, attraverso una grande alleanza per non lasciare appeso a un filo nessun lavoratore.

In questa direzione va il Cantiere “Generiamo lavORO”, promosso dalle ACLI di Roma e dalla Diocesi di Roma, in rete con importanti associazioni che si riconoscono nei valori della Dottrina Sociale della Chiesa, che ha due pilastri: un patto che impegna tutti i soggetti coinvolti a porre il lavoro dignitoso in cima a tutte le priorità e progettare azioni in un orizzonte condiviso e lungimirante, e la Scuola Permanente, giunta quest’anno alla seconda edizione, che, coniugando una visione alta del lavoro con strumenti concreti, punta ad avvicinare i giovani al loro futuro professionale. 

Un impegno che ci rende tutti corresponsabili affinché vecchie e nuove generazioni trovino il diritto al loro “per sempre”.